In questi giorni è stata messa on-line, la nuova versione 2019 del sito internet dello scrittore e poeta, Roberto Alessandrini. Ecco il link: www.robertoalessandrini.it
sabato 9 febbraio 2019
Nuovo sito internet di Roberto Alessandrini
In questi giorni è stata messa on-line, la nuova versione 2019 del sito internet dello scrittore e poeta, Roberto Alessandrini. Ecco il link: www.robertoalessandrini.it
lunedì 14 gennaio 2019
Rubrica "Cuore d'autore" 4. LEGGERE INSIEME AI PROPRI FIGLI NE ACCRESCE FORTEMENTE IL LEGAME
gennaio 14, 2019
Per Gianni Rodari, la fiaba è per il bambino uno strumento ideale per trattenere con sé l'adulto.
di Roberto Alessandrini
Per Gianni Rodari, la fiaba è per il bambino uno strumento ideale per trattenere con sé l'adulto.
di Roberto Alessandrini
Secondo uno studio dell’Università del Sussex, leggere dei libri (cartacei) favorirebbe il legame genitore-figlio. Come riporta Bustle, la lettura di libri cartonati – magari corredati da tante belle immagini da osservare e commentare insieme – aiuterebbe a rendere il rapporto con i propri figli più affettuoso e caloroso. Al contrario degli ebook, che comportano una lettura più fredda e distaccata, l’utilizzo di libri fisici stimolerebbe nei bambini un maggior numero di interazioni positive: “Più risa, più sorrisi, più dimostrazioni d’affetto”, spiega Nicola Yuill, professore di psicologia e uno dei promotori dello studio condotto dall’università. L’esperimento si è basato sull’osservazione di 24 madri inglesi intente a leggere un libro (alcuni in formato cartaceo, altri in ebook) ai loro bambini di età compresa tra i 7 e i 9 anni: sotto esame è stata posta non solo l’interazione tra mamma e figlio, ma anche la comprensione da parte del bambino del materiale letto. Anche se i risultati dimostrano come la comprensione e la memoria dei contenuti sia la stessa da parte del bambino indipendentemente dallo strumento utilizzato – libro o ebook -, la reazione e il coinvolgimento emotivo dei figli sembra essere di maggior tenore nel caso in cui ad essere letto sia un testo fisico. In ogni caso, sebbene non ci sia consenso unanime sui risultati tra gli studiosi della materia, gli studi condotti dall’Università del Sussex sembrano comunque dare un messaggio chiaro ai genitori di tutto il mondo: per essere una buona mamma o un buon papà è importante passare del tempo di qualità con i propri bambini, per esempio leggendo loro un bel libro. Per Gianni Rodari, la fiaba è per il bambino uno strumento ideale per trattenere con sé l'adulto. La madre è sempre tanto occupata, il padre appare e dispare secondo un ritmo misterioso, fonte di ricorrenti inquietudini. Di rado l'adulto ha tempo di giocare con il bambino come piacerebbe a lui, cioè con dedizione e partecipazione completa, senza distrarsi. Ma con la fiaba è diverso. Fin che essa dura, la mamma è lì, tutta per il bambino, presenza durevole e consolante, fornitrice di protezione e sicurezza. Non è detto che quando chiede, dopo la prima, una seconda fiaba, il bambino sia realmente interessato, o esclusivamente interessato alle sue vicende: forse egli vuole soltanto prolungare più che può quella piacevole situazione, continuare ad avere la mamma accanto al suo letto, o seduta nella stessa poltrona. Ben comoda, perché non le venga la voglia di scappare troppo presto. La voce della madre non gli parla solo di Cappuccetto Rosso o di Pollicino: gli parla di se stessa. Un semiologo potrebbe dire che il bambino è interessato, in questo caso, non solo al "contenuto" e alle sue "forme", non solo alle "forme dell'espressione", ma alla "sostanza dell'espressione", cioè alla voce materna, alle sue sfumature, volumi, modulazioni, alla sua musica che comunica tenerezza, che scioglie i nodi dell'inquietudine, fa svanire i fantasmi della paura.
sabato 5 gennaio 2019
Rubrica "Cuore d'autore" 3. BABBO NATALE: IL CARO AMICO DEI NOSTRI SOGNI
dicembre 5, 2018
Simbolo di purezza e fratellanza
di Roberto Alessandrini
Babbo Natale viene spesso identificato con la figura di san Nicola di Myra, un vescovo cristiano del IV secolo. Myra era una città della Licia, una provincia dell'Impero bizantino che si trova nell'attuale Anatolia, in Turchia. In Europa (in particolare nei Paesi Bassi, in Belgio, Austria, Svizzera, Germania, Repubblica Ceca, Slovenia ed in alcune parti d'Italia) viene ancora rappresentato con abiti vescovili. Le Reliquie di san Nicola furono in parte traslate a Bari, narra una leggenda da alcuni pescatori, ma in realtà furono dei mercanti a trafugarle dalla città nel 1087 e per ospitarle fu costruita una basilica, poggiando le fondamenta su una preesistente struttura, nell'anno stesso. Il luogo è da allora meta di pellegrinaggi fra i fedeli. Parte delle Sante Reliquie, rimaste a Myra, furono in seguito rinvenute dai veneziani e traslate nella chiesa ed abbazia di san Nicolò a Lido di Venezia, l'omero sinistro si trova tuttora quasi integro a Rimini ed altre ossa sono sparse per l'Europa. Nei Paesi Bassi, Sinterklaas (tradotto in olandese) viene festeggiato annualmente il 5 dicembre, data in cui si distribuiscono doni; in Belgio, Polonia, Lussemburgo e Francia del nord (Fiandre francesi, Lorena e Artois), i medesimi festeggiamenti si svolgono il giorno successivo. Tali celebrazioni hanno dato origine al mito ed al nome di Santa Claus, nelle sue diverse varianti. L'equivalente di Babbo Natale in questi paesi è Kerstman (letteralmente "uomo di Natale"). In alcuni villaggi delle Fiandre, in Belgio, si celebra la figura, pressoché identica, di san Martino di Tours (Sint-Maarten). In molte tradizioni della Chiesa ortodossa, san Basilio porta i doni ai bambini a Capodanno, giorno in cui lo si festeggia. Prima della conversione al cristianesimo, il folclore dei popoli germanici incluso quello inglese narrava che il dio Odino (Wodan) ogni anno tenesse una grande battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale (Yule), accompagnato dagli altri dei e dai guerrieri caduti. La tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del caminetto, riempendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio, Sleipnir. In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo con regali o dolciumi. Questa pratica è sopravvissuta in Belgio e Paesi Bassi anche in epoca cristiana, associata alla figura di san Nicola. I bambini, ancor oggi, appendono al caminetto le loro scarpe piene di paglia in una notte d'inverno. La tradizione germanica arrivò negli Stati Uniti d'America attraverso le colonie olandesi di New Amsterdam, rinominata dagli inglesi in New York, prima della conquista britannica del XVII secolo, ed è all'origine dell'abitudine moderna di appendere una calza al caminetto per Natale, simile per certi versi a quella diffusa in Italia il 6 gennaio all'arrivo della Befana. Un'altra tradizione folclorica delle tribù germaniche racconta le vicende di un sant'uomo (in alcuni casi identificato con san Nicola) alle prese con un demone (che può essere, di volta in volta, un diavolo, un troll o la figura di Krampus) o un oscuro uomo che uccideva nei sogni (Blackman o pitchman). La leggenda narra di un mostro che terrorizzava il popolo insinuandosi nelle case attraverso la canna fumaria durante la notte, aggredendo e uccidendo i bambini in modo orribile. Il sant'uomo si pone alla ricerca del demone e lo cattura imprigionandolo con dei ferri magici o benedetti (in alcune versioni gli stessi che imprigionarono Gesù prima della crocifissione, in altri casi quelli di san Pietro o san Paolo). Obbligato ad obbedire agli ordini del santo, viene costretto a passare di casa in casa per fare ammenda portando dei doni ai bambini. In alcuni casi la buona azione viene ripetuta ogni anno, in altri il demone ne rimane talmente disgustato da preferire il ritorno all'inferno. In Germania, lo stesso racconto trasforma il personaggio in Pelznickel o Belsnickle (Nicola Peloso), che va a trovare i bambini cattivi nel sonno. Il nome deriva dall'aspetto di enorme belva dovuto al fatto che è interamente ricoperto di pelliccia. Gli islandesi amano dire che da loro ci sono ben 13 Babbo Natale perché la loro tradizione di doni a Natale è basata su 13 folletti, chiamati Jólasveinar, i cui nomi derivano dal tipo di attività o di cibo che preferiscono: Stekkjastaur, Giljagaur, Stúfur, Þvörusleikir, Pottaskefill, Askasleikir, Hurðaskellir, Skyrjarmur, Bjúgnakrækir, Gluggagægir, Gáttaþefur, Ketkrókur e Kertasníkir. Una volta all'anno, due settimane prima di Natale, questi folletti fanno prima il bagno nelle acque calde delle sorgenti del lago di Niva, quindi lasciano le grotte dove abitano per portare ai bambini islandesi buoni dei doni. Questi vengono messi nelle scarpe che i bimbi hanno lasciato sotto le finestre. In pratica, ricevono tredici regali, uno per ogni giorno delle due settimane che precedono il Natale. Se il bambino ha fatto il cattivo, riceve al posto dei doni delle patate. Nell’evoluzione moderna, il babbo Natale di oggi riunisce le rappresentazioni premoderne del portatore di regali, di ispirazione religiosa o popolare, con un personaggio britannico preesistente. Quest'ultimo risale almeno al XVII secolo, e ne sono rimaste delle illustrazioni d'epoca in cui è rappresentato come un signore barbuto e corpulento, vestito di un mantello verde lungo fino ai piedi e ornato di pelliccia. Si trova nel Canto di Charles Dickens sotto il nome di Spirito di bontà del Natale presente. Le strenne che vengono regalate in questa ricorrenza sono spesso accompagnate da poesie, talvolta molto semplici ed, in altri casi, elaborate ed ironiche ricostruzioni del comportamento di chi le riceve durante l'anno trascorso. I regali veri e propri, in qualche caso, sono addirittura meno importanti dei pacchetti in cui sono contenuti. Babbo Natale non è solo il caro amico dei nostri sogni, ma anche simbolo di bontà, di speranza e della capacità che hanno gli esseri umani, di aprire il cuore all’amore. Ogni anno, abbiamo l’opportunità di scambiarci doni, frasi, sentimenti; l’opportunità di condividere e forse, se lo vogliamo, di ritornare ad essere puri come quando eravamo bambini.
Simbolo di purezza e fratellanza
di Roberto Alessandrini
Babbo Natale viene spesso identificato con la figura di san Nicola di Myra, un vescovo cristiano del IV secolo. Myra era una città della Licia, una provincia dell'Impero bizantino che si trova nell'attuale Anatolia, in Turchia. In Europa (in particolare nei Paesi Bassi, in Belgio, Austria, Svizzera, Germania, Repubblica Ceca, Slovenia ed in alcune parti d'Italia) viene ancora rappresentato con abiti vescovili. Le Reliquie di san Nicola furono in parte traslate a Bari, narra una leggenda da alcuni pescatori, ma in realtà furono dei mercanti a trafugarle dalla città nel 1087 e per ospitarle fu costruita una basilica, poggiando le fondamenta su una preesistente struttura, nell'anno stesso. Il luogo è da allora meta di pellegrinaggi fra i fedeli. Parte delle Sante Reliquie, rimaste a Myra, furono in seguito rinvenute dai veneziani e traslate nella chiesa ed abbazia di san Nicolò a Lido di Venezia, l'omero sinistro si trova tuttora quasi integro a Rimini ed altre ossa sono sparse per l'Europa. Nei Paesi Bassi, Sinterklaas (tradotto in olandese) viene festeggiato annualmente il 5 dicembre, data in cui si distribuiscono doni; in Belgio, Polonia, Lussemburgo e Francia del nord (Fiandre francesi, Lorena e Artois), i medesimi festeggiamenti si svolgono il giorno successivo. Tali celebrazioni hanno dato origine al mito ed al nome di Santa Claus, nelle sue diverse varianti. L'equivalente di Babbo Natale in questi paesi è Kerstman (letteralmente "uomo di Natale"). In alcuni villaggi delle Fiandre, in Belgio, si celebra la figura, pressoché identica, di san Martino di Tours (Sint-Maarten). In molte tradizioni della Chiesa ortodossa, san Basilio porta i doni ai bambini a Capodanno, giorno in cui lo si festeggia. Prima della conversione al cristianesimo, il folclore dei popoli germanici incluso quello inglese narrava che il dio Odino (Wodan) ogni anno tenesse una grande battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale (Yule), accompagnato dagli altri dei e dai guerrieri caduti. La tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del caminetto, riempendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio, Sleipnir. In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo con regali o dolciumi. Questa pratica è sopravvissuta in Belgio e Paesi Bassi anche in epoca cristiana, associata alla figura di san Nicola. I bambini, ancor oggi, appendono al caminetto le loro scarpe piene di paglia in una notte d'inverno. La tradizione germanica arrivò negli Stati Uniti d'America attraverso le colonie olandesi di New Amsterdam, rinominata dagli inglesi in New York, prima della conquista britannica del XVII secolo, ed è all'origine dell'abitudine moderna di appendere una calza al caminetto per Natale, simile per certi versi a quella diffusa in Italia il 6 gennaio all'arrivo della Befana. Un'altra tradizione folclorica delle tribù germaniche racconta le vicende di un sant'uomo (in alcuni casi identificato con san Nicola) alle prese con un demone (che può essere, di volta in volta, un diavolo, un troll o la figura di Krampus) o un oscuro uomo che uccideva nei sogni (Blackman o pitchman). La leggenda narra di un mostro che terrorizzava il popolo insinuandosi nelle case attraverso la canna fumaria durante la notte, aggredendo e uccidendo i bambini in modo orribile. Il sant'uomo si pone alla ricerca del demone e lo cattura imprigionandolo con dei ferri magici o benedetti (in alcune versioni gli stessi che imprigionarono Gesù prima della crocifissione, in altri casi quelli di san Pietro o san Paolo). Obbligato ad obbedire agli ordini del santo, viene costretto a passare di casa in casa per fare ammenda portando dei doni ai bambini. In alcuni casi la buona azione viene ripetuta ogni anno, in altri il demone ne rimane talmente disgustato da preferire il ritorno all'inferno. In Germania, lo stesso racconto trasforma il personaggio in Pelznickel o Belsnickle (Nicola Peloso), che va a trovare i bambini cattivi nel sonno. Il nome deriva dall'aspetto di enorme belva dovuto al fatto che è interamente ricoperto di pelliccia. Gli islandesi amano dire che da loro ci sono ben 13 Babbo Natale perché la loro tradizione di doni a Natale è basata su 13 folletti, chiamati Jólasveinar, i cui nomi derivano dal tipo di attività o di cibo che preferiscono: Stekkjastaur, Giljagaur, Stúfur, Þvörusleikir, Pottaskefill, Askasleikir, Hurðaskellir, Skyrjarmur, Bjúgnakrækir, Gluggagægir, Gáttaþefur, Ketkrókur e Kertasníkir. Una volta all'anno, due settimane prima di Natale, questi folletti fanno prima il bagno nelle acque calde delle sorgenti del lago di Niva, quindi lasciano le grotte dove abitano per portare ai bambini islandesi buoni dei doni. Questi vengono messi nelle scarpe che i bimbi hanno lasciato sotto le finestre. In pratica, ricevono tredici regali, uno per ogni giorno delle due settimane che precedono il Natale. Se il bambino ha fatto il cattivo, riceve al posto dei doni delle patate. Nell’evoluzione moderna, il babbo Natale di oggi riunisce le rappresentazioni premoderne del portatore di regali, di ispirazione religiosa o popolare, con un personaggio britannico preesistente. Quest'ultimo risale almeno al XVII secolo, e ne sono rimaste delle illustrazioni d'epoca in cui è rappresentato come un signore barbuto e corpulento, vestito di un mantello verde lungo fino ai piedi e ornato di pelliccia. Si trova nel Canto di Charles Dickens sotto il nome di Spirito di bontà del Natale presente. Le strenne che vengono regalate in questa ricorrenza sono spesso accompagnate da poesie, talvolta molto semplici ed, in altri casi, elaborate ed ironiche ricostruzioni del comportamento di chi le riceve durante l'anno trascorso. I regali veri e propri, in qualche caso, sono addirittura meno importanti dei pacchetti in cui sono contenuti. Babbo Natale non è solo il caro amico dei nostri sogni, ma anche simbolo di bontà, di speranza e della capacità che hanno gli esseri umani, di aprire il cuore all’amore. Ogni anno, abbiamo l’opportunità di scambiarci doni, frasi, sentimenti; l’opportunità di condividere e forse, se lo vogliamo, di ritornare ad essere puri come quando eravamo bambini.
Rubrica "Cuore d'autore" 2. IL BULLISMO E’ FRUTTO DELL’ INSEGNAMENTO RICEVUTO
novembre 9, 2018
Le vittime sono maggiormente le ragazze
di Roberto Alessandrini
Le vittime sono maggiormente le ragazze
di Roberto Alessandrini
In Italia un adolescente su due subisce episodi di bullismo. L’età a rischio è quella compresa fra 11 e i 17 anni, anche se il periodo più critico è fra gli 11 e i 13. All’inizio parolacce e insulti, seguiti dalla derisione per l’aspetto fisico e poi, in quattro casi su cento, si arriva a botte, calci e pugni. È quanto emerge da uno studio dell’Istat, che fotografa la situazione. Una maggiore sinergia tra famiglia, scuola e istituzioni e un monitoraggio forte sui social media, è la strada maggiormente proposta per contrastare il fenomeno. Bisogna sensibilizzare sia i bambini sia i genitori sul tema e lavorare sul rispetto di sé, sul rispetto dell’altro, sul rispetto delle regole. Secondo l’opinione pubblica, occorre attivare un’azione di controllo forte e stroncare nettamente, i fenomeni che avvengono dentro gli istituti scolastici, non ultimi quelli ai danni degli insegnanti. Dobbiamo renderci conto che questo non è un problema da sottovalutare. Dai dati Istat emerge che nel 2018 poco più del 50% dei ragazzi ha subito qualche episodio offensivo, non rispettoso o violento. Nel 9,1% dei casi, gli atti di prepotenza si sono ripetuti ogni settimana; a subire costantemente comportamenti offensivi, sono stati nel 22,5% dei casi i ragazzini fra 11 e 13 anni e nel 17,9% dei casi gli adolescenti fra 14 e 17 anni. A subire il bullismo sono maggiormente le ragazze (20,9%) rispetto ai ragazzi (18,8%); mentre tra gli studenti delle superiori, le vittime più numerose sono tra i liceali (19,4%), seguiti da quelli degli istituti professionali (18,1%) e degli istituti tecnici (16%). Ci sono differenze anche tra Nord e Sud: il fenomeno è più diffuso nelle regioni settentrionali, con il 23% dei ragazzi fra 11 e i 17 anni; la percentuale supera però il 57% considerando anche le azioni avvenute sporadicamente. Le violenze più comuni sono offese, parolacce e insulti (12,1%), la derisione per l’aspetto fisico o per il modo di parlare (6,3%), la diffamazione (5,1%), l’esclusione per le proprie opinioni (4,7%), le aggressioni con spintoni, botte, calci e pugni (3,8%).
Ma quali sono le cause del bullismo? In molti casi il bullo ha avuto dei genitori che durante gli anni formativi non gli hanno dato il buon esempio o l’hanno completamente trascurato. Molti di questi, provengono da famiglie dove madre e padre sono freddi o distaccati, oppure, gli hanno insegnato a risolvere i problemi ricorrendo alla rabbia e alla violenza. Coloro che sono cresciuti in un ambiente del genere, potrebbero non considerare i loro attacchi verbali e le aggressioni fisiche, delle prepotenze; pensare che il comportamento sia normale e accettabile. Purtroppo alcuni ragazzi sono aggressivi perché a casa è stato insegnato loro, che il modo migliore per ottenere ciò che si vuole, sono le intimidazioni e gli insulti. Disgraziatamente, questi metodi spesso sembrano funzionare. Shelley Hymel, una rettrice dell’Università della Columbia Britannica, in Canada, che studia il comportamento dei bambini, dice: “Abbiamo dei ragazzi che studiano bene le regole del gioco e, sfortunatamente, il bullismo funziona. Ottengono ciò che vogliono: potere, prestigio e attenzione. Un altro fattore che incoraggia il bullismo è la mancanza di sorveglianza. Molte vittime pensano di non avere nessuno a cui rivolgersi per ricevere aiuto, e la cosa tragica, è che nella maggioranza dei casi hanno ragione”.
Rubrica "Cuore d'autore" 1. CANE RANDAGIO CHE ABBAIA, A VOLTE MORDE
ottobre 18, 2018
Sono 130 mila gli animali abbandonati tra il 2017-2018
di Roberto Alessandrini
Sono 130 mila gli animali abbandonati tra il 2017-2018
di Roberto Alessandrini
Come ogni anno, a fine stagione, ci si trova a dover fare i conti con un gran numero di animali abbandonati. Stando agli ultimi dati sul randagismo forniti dalla Lav (Lega anti-vivisezione), la presenza di cani nei canili in Italia è diminuita in dieci anni del 26%. Un piccolo passo in avanti, che però non coincide con un calo degli abbandoni. Ottenere dati certi è molto difficile, ma si può dire che quest'anno non si è registrato un incremento del fenomeno rispetto ai precedenti. Le stime, parlano di circa 130.000 animali abbandonati, tra cani e gatti, che comunque si verificano durante tutto il corso dell'anno. Ultimamente si registra un forte aumento delle rinunce alla proprietà degli animali domestici, che vengono quindi portati dai privati direttamente alle associazioni. Ciò avviene soprattutto in conseguenza della crisi economica, che ha reso difficile a molti il loro mantenimento. Al Centro e al Sud, i cani dotati di microchip sono pochissimi, mentre al Nord, l'80% di quelli ritrovati, viene restituito ai padroni grazie proprio alla presenza del microchip. Ciò dimostra che fermare gli abbandoni si può; basterebbero più controlli e senso civico. C’è anche un aspetto che vogliamo evidenziare. I danni morali che un gesto del genere può arrecare ad un animale, non sono quantificabili e ai quali spesso è difficile porre un rimedio. Alcuni cani randagi, una volta adottati da una nuova famiglia, hanno timore a restar soli in casa o in altri posti o in compagnia di altre persone. Diventano gelosi del loro nuovo padrone, diffidenti e a volte aggressivi verso l’estraneo, arrivando anche in alcuni casi ad abbagliare contro e a mordere. Questo forse è l’aspetto più importante e più triste, sul quale siamo chiamati a dover riflettere.
Roberto Alessandrini: “Grazie a Youcanprint ho pubblicato i miei libri più cari”
Mi chiamo Roberto Alessandrini ed oggi mi posso definire un poeta, scrittore, articolista, giurista e redattore. La mia passione per la scrittura nacque quando frequentavo le scuole medie. All’età di circa dodici – tredici anni iniziai a scrivere le prime poesie ed ancor prima, la professoressa di italiano, affermava che, leggendo alcuni miei elaborati, era possibile avvertire una spiccata sensibilità ed un dire che conteneva in sé significati morali e dipingeva immagini emozionanti.
Prima lettrice dei testi fu mia madre, che mi consigliò e supportò nell’evolversi della passione. Grazie a mio padre, invece, che è assistente volontario dal 1996 di un ragazzo malato di sclerosi multipla, ebbi la possibilità di conoscere quest’ultimo e di cogliere la realtà che vive. Scrissi anche una poesia a lui dedicata, che ricevette diversi premi, in Italia ed all’Estero.
Una delle prime letture in pubblico, dei miei testi, risale al 6 ottobre 2005 presso la Biblioteca Gianni Rodari di Roma, ma dal 2007 iniziai a partecipare a diversi concorsi letterari nazionali ed internazionali, ricevendo importanti riconoscimenti. Il 20 dicembre 2008 fui protagonista di un piccolo spettacolo, nel quale, attraverso aneddoti e poesie, raccontai il mio percorso culturale.
Per diversi anni, faticai molto a trovare un editore affidabile e serio, desideroso di pubblicare i miei scritti. Così, mentre continuavo a cercare una casa editrice, ricevevo inviti a partecipare a trasmissioni televisive, radiofoniche e ad iniziative culturali. Verso la fine del 2013, decisi di provare a stampare, tramite un tipografo, alcune copie della mia prima raccolta poetica, intitolata “Disegno Libero”. Nonostante la scarsa distribuzione di questo piccolo volume, “Disegno Libero” ebbe un discreto successo e piacque molto. Mi furono inviati anche diversi commenti positivi e per alcuni lati, commuoventi. Il 17 maggio 2015, in occasione della cerimonia di premiazione del Premio Letterario Europa 2015, svoltasi a Lugano (Svizzera), “Disegno Libero” ricevette un Premio Speciale, classificandosi tra i primi posti nella sezione dedicata ai libri editi di poesia.
Questa felice esperienza, mi restituì il giusto entusiasmo per tornare a cercare un editore. Nel frattempo, dopo un periodo di formazione, iniziai a scrivere articoli, notizie ed a fare interviste, per alcune strutture della Comunità Salesiana, presente a Roma; mi cimentai nella scrittura di cose per bambini e ragazzi, al punto che, alcuni di questi testi, furono anche premiati dalla famosissima autrice Dacia Maraini.
Nel 2016, finalmente, un’amica, conoscendo la mia passione per la scrittura e sapendo che non ero ancora riuscito a trovare un editore affidabile, mi invitò a visitare il sito internet Youcanprint.it, dicendomi che si trattava di persone molto serie e professionali. Già un suo amico aveva pubblicato con loro e si era trovato molto bene. Quindi, mi consigliò di provare.
Così, nella primavera dello stesso anno, pubblicai nuovamente e per la prima volta con il marchio Youcanprint, “Disegno libero”. Un libro che racconta in forma poetica, la mia anima; ma anche storie di persone alle quali ho voluto dare voce. Una raccolta nata dal desiderio di esprimere il gusto delle piccole cose e il sapore della libertà (Link:http://www.youcanprint.it/fiction/fiction-generale/disegno-libero-9788892609587.html ).
A seguito della felice esperienza, nel mese di luglio, diedi alle stampe “Oltre le parole”, una raccolta di miei articoli più rilevanti, ottenendo, anche con questa seconda pubblicazione, un discreto successo. Un libro nato dal desiderio di cogliere e non dimenticare, alcuni valori, che ho evidenziato e che sono importanti per il percorso di vita di ogni essere umano (Link:http://www.youcanprint.it/fiction/fiction-generale/oltre-le-parole-9788892617001.html ).
Il 16 dicembre dello stesso anno, visto il periodo molto prolifico al livello creativo, pubblicai, sempre con l’aiuto serio e professionale di Youcanprint, “Respiri dell’anima”. Nuova raccolta di poesie che racconta l’anima e la sua vera essenza, in una società moderna, che pone continuamente limiti, spesso inesistenti o apparentemente invalicabili (Link:http://www.youcanprint.it/fiction/fiction-generale/respiri-dellanima-9788892641747.html ).
Youcanprint è un marchio affidabile, serio e professionale. Un gruppo di lavoro, che realizza con il cuore, i sogni e le esigenze di ogni autore e che ha dato un grande slancio al mio percorso di scrittore!
Roberto Alessandrini.
Scrittore, Poeta, Giurista, Articolista, Redattore.
www.robertoalessandrini.it
A seguito di questo articolo, Youcanprint ringrazia Alessandrini
Carissimo Roberto, oggi pubblichiamo la tua storia sul nostro blog ufficiale, affinché anche altre persone possano assaporare e conoscere la tua immensa anima. Ti ringraziamo per le tue splendide parole, condividendo con te l'idea che un libro è prima di tutto un'emozione, prima che un risultato. Grazie Roberto per le tue splendide parole. Siamo molto felici di averti nella nostra famiglia e lavoreremo sodo per essere all'altezza delle tue ambizioni. Ti rinnoviamo il nostro in bocca al lupo e tanti auguri di cuore. Saluti dal tuo Editore Youcanprint.it . Ecco il link per leggere la tua storia: http://blogs.youcanprint.it/roberto-alessandrini-grazie-a-youcanprint-ho-pubblicato-i-miei-libri-piu-cari
giovedì 20 dicembre 2018
INFORMAZIONI PER ACQUISTARE IL MIO NUOVO LIBRO "PER MILLE CONCHIGLIE D'ARGENTO"
"PER MILLE CONCHIGLIE D'ARGENTO" E' IL NUOVO LIBRO DI ROBERTO ALESSANDRINI
"Per mille conchiglie d'argento" è una lettura adatta a piccoli e grandi lettori. Se desiderate entrare nel mondo della fantasia, intessuto di storie avvincenti, di personaggi simpatici e di incontrare la leggerezza e il mistero che si nascondono nelle preziose verità, vi consiglio di sfogliare queste pagine... (Roberto Alessandrini / Editore Youcanprint, 2018).
Prenota la tua copia presso qualsiasi libreria di fiducia o acquistala sui siti degli store più importanti al livello nazionale o sulla pagina autore di Roberto, iscrivendoti al sito. Ti arriverà a casa entro pochi giorni. Ecco il link per visitarla: https://www.youcanprint.it/…/21172/roberto-alessandrini.html
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